Lusia

Dove storia e rinascita si intrecciano sul fiume Adige

Situata nella fertile terra compresa tra l’Adige e il Canalbianco, Lusia è un piccolo comune della provincia di Rovigo che intreccia storia, natura e una forte vocazione agricola. Con circa 3.600 abitanti, il paese si sviluppa lungo il corso del fiume Adigetto, in un paesaggio disegnato da rogge, fossati e campi coltivati, testimonianza viva di una tradizione rurale secolare.

Conosciuta a livello nazionale per il suo insediamento agricolo di eccellenza, Lusia è oggi un polo orticolo d’eccellenza, celebre per la produzione ortofrutticola di qualità certificata, tra cui spicca la Lattuga di Lusia IGP. La campagna circostante ospita aziende agricole innovative che affiancano alle tecniche tradizionali sistemi produttivi all’avanguardia.

Lusia è un borgo ricco di storia, tradizioni e memoria, incastonato lungo la sponda dell’Adige. Il suo nome affonda le radici nella Gens Luxia, nobile famiglia romana imparentata con il console Caio Mario, che assegnò queste fertili terre ai suoi veterani. Proprio qui, secondo la tradizione, sorsero le prime “fattorie” romane, dando origine a una comunità agricola destinata a durare nei secoli.

Nel Medioevo, il territorio fu conteso da Veronesi, Carraresi ed Estensi. Questi ultimi edificarono un castello sulle rive dell’Adige, proprio dove, secondo la leggenda, sorgeva la villa di Maria Terzia, figlia di Caio Mario. Dal 1354 al 1395 Lusia fu parte della Contea di Rovigo sotto gli Estensi, poi passò sotto la Serenissima, che seppe valorizzare il suo ruolo strategico lungo le vie fluviali del Polesine.

Nel XVII secolo i nobili Morosini trasformarono l’antico castello in una raffinata villa di campagna, impreziosita dalla costruzione della chiesa arcipretale dedicata ai Santi Vito e Modesto e del suo alto campanile. Nel 1866 Lusia entrò nel Regno d’Italia, e tra fine Ottocento e inizio Novecento fu guidata dal sindaco Dante Marchiori, figura di spicco locale e Cavaliere del Lavoro.
Ma la storia di Lusia è anche segnata dal dolore: il 20 aprile 1945 un bombardamento alleato, diretto al ponte ferroviario, distrusse gran parte del paese, causando 74 vittime civili. La ricostruzione spostò il centro urbano più a sud, dando vita alla Lusia moderna.


Monumenti e luoghi da non perdere
Torre Morosini
Ultimo testimone della storica Villa Morosini, la torre merlata di 22 metri domina ancora il paesaggio. Restaurata dal Comune, conserva la memoria di secoli di storia e dell’eleganza delle ville venete.
Parco delle Rimembranze
Un luogo della memoria che conserva le fondamenta della vecchia chiesa e il basamento del campanile trasformato in cappella votiva. Un giardino per riflettere, ricordare e onorare.
Colonna Annodata
Arrivata da Costantinopoli nel XV secolo e simbolo leggendario del paese, si erge davanti alla nuova chiesa parrocchiale. Un tempo ornata da leoncini in granito, oggi racconta storie di viaggi e di fede.
Chiesa Parrocchiale dei Santi Vito e Modesto
Inaugurata nel 1958, la nuova chiesa custodisce statue e simboli salvati dalla distruzione, come il crocifisso del Cinquecento, oggi icona del dolore e della rinascita di Lusia.
Chiesa di San Lorenzo a Cavazzana
Un gioiello del 1796 con lapidi storiche e un organo costruito da Giacomo Bazzani, erede del grande Callido.
Oratorio di Santa Lucia
Un tempo convento francescano per pellegrini, oggi luogo di culto e tradizione. La statua lignea della Santa racconta la storia delle sofferenze di un tempo.
Museo di Lusia – Memorie di guerra e di vita quotidiana
Un viaggio tra memoria, storia e tradizioni locali
Situato all’interno dell’ex scuola elementare “O.R. Pighin”, il Museo di Lusia è un luogo della memoria dedicato a raccontare la storia del territorio attraverso oggetti, testimonianze e documenti della vita quotidiana e dei conflitti mondiali.
Lusia oggi
Superficie: 17,72 km²
Abitanti: circa 3.600
Frazioni: Cà Morosini, Cà Zen, Cavazzana

 

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